L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) rivela che l’Italia è l’unico Paese del G7 a non crescere in termini di reddito pro capite secondo i dati registrati nel primo semestre 2023.
OCSE: i dati preoccupanti dell’Italia
L’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha gettato una luce allarmante sull’economia italiana, rivelando che il Bel Paese è l’unico membro del G7 a registrare risultati negativi nel reddito reale pro capite nel secondo trimestre del 2023, nonostante la crescita generale dell’inflazione.
Secondo i dati dell’OCSE, l’Italia si distingue negativamente tra i paesi del G7, con un calo dello 0,3% nel reddito reale pro capite delle famiglie.
Paesi G7: solo l’Italia non cresce
Questo contrappone il Paese agli altri membri del G7, dove si è registrato un aumento.
Infatti, la situazione italiana si fa ancora più preoccupante se paragonata alle economie di altri Paesi OCSE.
Ad esempio, il Canada ha visto il maggior incremento del reddito familiare reale pro capite (1,2%), mentre gli Stati Uniti hanno registrato un aumento dello 0,9%.
In modo analogo, l’Ungheria ha mostrato una crescita significativa del 3% nel reddito reale pro capite delle famiglie.
L’anomalia italiana rispetto agli altri paesi G7 solleva questioni critiche sulle cause di questo trend negativo.
Le cause dello stallo italiano
L’attuale contesto economico globale, influenzato da fattori come l’inflazione e le conseguenze post-pandemiche, sembra aver colpito l’Italia con maggiore severità.
Le ragioni di questo fenomeno potrebbero essere multiple, includendo:
- le politiche economiche interne;
- la struttura industriale e del mercato del lavoro;
- le dinamiche globali del commercio e dell’investimento.
PIL globale cresce, ma non in Italia
Il rapporto OCSE evidenzia anche come il reddito reale delle famiglie pro capite e il PIL reale pro capite abbiano registrato una tendenza al rialzo dal secondo trimestre del 2022 a livello globale.
Durante la pandemia di Covid-19, questi due indicatori hanno mostrato dinamiche diverse, ma ora sembrano evolversi in tandem in molti Paesi, tranne che in Italia.
Affrontare questa crisi economica richiederà all’Italia un approccio multifaccettato, probabilmente troppo strutturato per farvi fronte.
L’Italia non cresce, Dubai vola!
Mentre l’Italia affronta il terribile stallo economico con un Pil stagnante, Dubai segnala un’impennata notevole nella sua crescita economica.
Il prodotto interno lordo reale (PIL) della metropoli ha registrato un aumento del 2,8% su base annua nel primo trimestre dell’anno, raggiungendo un valore di 111,3 miliardi di AED.
Questo incremento supera i tassi medi di crescita globale per il primo trimestre del 2023, sottolineando la forza e la resilienza dell’economia di Dubai in un contesto economico globale altrimenti incerto.
Tale crescita è un indicatore forte del dinamismo economico che caratterizza la città, contrapposta alla stagnazione osservata in altre economie, come quella italiana.
Ecco perché l’interesse a investire a Dubai è sempre più crescente: economia forte, finanza agevolata e politica di supporto all’impresa sono la chiave del successo dell’emirato.
Lascia l’Italia, lascia l’incertezza, lascia la povertà: trasferirsi a Dubai è la soluzione!