900.000 persone in Italia vivono in affitto e si trovano al di sotto della soglia della povertà. Gli alloggi popolari non sono abbastanza per coprire la richiesta e, pur di avere un tetto sopra la testa, gli italiani sono costretti a siglare contratti di locazione che non possono permettersi: così, 150 famiglie ogni giorno subiscono uno sfratto per morosità.
Italiani senza casa: tra povertà e sfratti
In Italia, la crisi abitativa è in costante crescita, con oltre 10 milioni di abitazioni vuote su un totale di 36 milioni registrate.
Ogni giorno, circa 150 famiglie affrontano lo sfratto, con una particolare gravità che colpisce coloro che vivono in affitto e si trovano in una condizione di estrema povertà, stimati a quasi 900.000.
Tuttavia, l’assegnazione di alloggi popolari non riesce a soddisfare la crescente domanda.
Lo scorso anno, la Cgil ha segnalato:
- un aumento degli sfratti per morosità, che hanno raggiunto quota 34.000;
- insieme a una marcata crescita degli sfratti per esigenze del locatore (+75,9%)
- e sfratti per la fine del contratto di locazione (+22,4%).
Questa tendenza ha portato molti proprietari a convertire gli immobili in affitti brevi per scopi turistici, più redditizi rispetto agli affitti residenziali.
Crisi Immobiliare in Italia: tutti i numeri
Tra coloro più colpiti vi sono le 890.000 famiglie in affitto che vivono in condizioni di povertà estrema, oltre a altre 650.000 famiglie a basso reddito in attesa di un alloggio popolare a canone sociale.
Senza dimenticare i quasi 240.000 studenti universitari, spesso fuori sede, che lottano per pagare l’affitto di una stanza.
Tra le misure pubbliche messe in atto per garantire un tetto a coloro che ne hanno bisogno, l’assegnazione di alloggi popolari su scala nazionale sta facendo i conti con una crescente domanda che supera di gran lunga le risorse disponibili.
Secondo il rapporto annuale sull’emergenza abitativa in Italia redatto da Cgil, Sindacato Nazionale Unitario Inquilini e Assegnatari (Sunia) e Unione degli Universitari (Udu), l’edilizia residenziale pubblica non è in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze abitative delle famiglie più svantaggiate: la percentuale di alloggi assegnati rispetto alle richieste presentate presso i Comuni è in media inferiore al 5%.
Immobili troppo costosi: le zone più colpite dagli sfratti
Nonostante l’aumento delle richieste di sfratto sia diffuso in modo trasversale da Nord a Sud, è soprattutto il Mezzogiorno a essere interessato, con il 36% degli alloggi rimasti vuoti.
A livello comunale, i dati Istat del 2019 mostrano che nelle principali città italiane:
- l’11,5% delle abitazioni a Roma
- l’11,9% a Milano
- il 12% a Bologna
- il 18% a Torino
- il 20,3% a Napoli
risultavano disabitate.
In alcuni casi, i cittadini hanno preso l’iniziativa.
Oltre alla petizione di iniziativa popolare “Per il diritto all’abitare” promossa dal Sunia, che chiede un maggiore sostegno finanziario per l’affitto e una regolamentazione degli affitti brevi, in alcune città si sono sviluppate campagne per la restituzione ai Comuni degli alloggi inutilizzati al fine di garantire il diritto all’abitare.
È il caso della campagna “Senza casa non c’è salute”, avviata a Roma nel 2021 da alcuni movimenti e sindacati per limitare gli sfratti, promuovere il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e tassare le abitazioni vuote.
Oppure della recente campagna “Vuoti a rendere” a Torino, sostenuta da un coordinamento di cittadini, organizzazioni sindacali, ambientaliste e universitarie, che considerano la lotta contro lo sfitto come un mezzo per aumentare la disponibilità di alloggi in città introducendo nuove misure a tutela del diritto alla casa.
Dubai e il mercato immobiliare da record
Se gli italiani impoveriti sono sfollati, negli Emirati Arabi i cittadini vivono in regge d’avanguardia.
Tra tutti i luoghi caratterizzati da un mercato immobiliare d’eccellenza, Dubai è il Paese dove si vive meglio.
L’Emirato non offre solo un territorio sicuro, ricco di servizi e avanguardista ma anche un settore del real estate più sviluppato del mondo.
Ogni giorno a Dubai sorgono i palazzi più futuristici del globo, che registrano continui record: dal Burj Khalifa, che con i suoi 828 metri d’altezza è il grattacielo più alto del mondo, all’attico da 136 milioni di dollari che, ancora da costruire e già venduto, è già il rooftop più costoso del pianeta.
Gli investimenti immobiliari a Dubai sono in costante crescita: nel solo mese di gennaio 2024 il valore totale delle vendite ha raggiunto i 34,8 miliardi di dirham, pari a circa 8,7 miliardi di euro.
L’aumento è stato del 24,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Investire a Dubai rimane la soluzione per chiunque voglia proteggere il proprio patrimonio ed espandere il proprio business nella sicurezza di un mercato in perenne rialzo.
Dubai si conferma anche nel 2024 l’hub internazionale più vivace del globo, attraendo a sé investitori da ogni dove: sempre più privati e imprenditori decidono di spostarsi a Dubai per dare un futuro alla propria famiglia e assicurare il successo alla propria attività.