TRUMP BLOCCA GLI AIUTI UMANITARI

Trump

Con una decisione che sta facendo discutere il mondo intero, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, attraverso il Segretario di Stato Marco Rubino, ha deciso di smantellare l’83% dei programmi umanitari finanziati dagli USA. Una svolta drastica nella politica estera americana, che segna la fine di decenni di interventismo umanitario e apre nuovi scenari geopolitici. Ecco cosa sta succedendo.

Fine dell’Era Umanitaria Americana

L’83% dei programmi umanitari globali promossi e finanziati dagli Stati Uniti è stato improvvisamente cancellato.

Marco Rubino ha inviato una comunicazione ufficiale agli enti coinvolti dichiarando la cessazione immediata del supporto, motivata dal fatto che questi programmi “non sono più di interesse statale”.

Un taglio netto che ha lasciato centinaia di organizzazioni, ONG e fondazioni senza fondi e prospettive.

Una Rete Globale Smantellata in 24 Ore

Negli ultimi 70 anni, gli USA hanno sostenuto economicamente progetti umanitari in tutto il mondo.

Oltre ai programmi di assistenza, anche parte del mainstream mediatico ne traeva beneficio.

Fondazioni e organizzazioni collegate a influenti personaggi politici europei hanno prosperato grazie a questi fondi.

L’improvvisa interruzione sta provocando un vero e proprio terremoto sociale e occupazionale in questo settore.

Dietro la Filantropia: Interessi Geopolitici

Molti analisti sostengono che i fondi umanitari fossero spesso uno strumento di soft power, utilizzato per infiltrarsi nelle società civili di altri Paesi e promuovere gli interessi geopolitici atlantisti.

L’organizzazione “US Aid”, ad esempio, contava oltre 10.000 collaboratori nel mondo.

Oggi, con la chiusura di queste reti, la Cina sta gradualmente colmando il vuoto lasciato dagli USA, instaurando relazioni e influenze nuove in diversi continenti.

Il Crollo di un Sistema Autoreferenziale

La chiusura dei rubinetti ha lasciato senza impiego migliaia di persone che per decenni hanno vissuto all’ombra dei fondi americani.

ONG, fondazioni, accademici e attivisti sono ora costretti a confrontarsi con la realtà del mercato del lavoro.

Non si tratta solo di una crisi del terzo settore, ma della fine di un’intera narrazione ideologica che, per molti, serviva più a mantenere potere e privilegi che a cambiare realmente il mondo.

Un’America Concentrata sui propri Problemi Interni

Trump ha motivato la decisione con i numeri drammatici del debito privato americano: oltre 17.000 miliardi di dollari.

Le famiglie statunitensi faticano a pagare mutui e carte di credito in un contesto di inflazione alta e tassi d’interesse in crescita.

In questo scenario, il Presidente ha preferito tagliare gli aiuti all’estero per concentrarsi sul sostegno diretto ai cittadini americani in difficoltà.

La chiusura dei programmi umanitari americani rappresenta un punto di non ritorno.

Altri Paesi, come la Cina, stanno già occupando lo spazio lasciato libero.

Nel frattempo, questa scelta apre a un nuovo dibattito: è davvero giusto finanziare interventi all’estero mentre si ignorano le crisi interne?

Il mondo cambia, e con esso anche gli equilibri di potere.

Sta ora ai governi e ai cittadini adattarsi a questa nuova realtà.

Come proteggersi da queste manovre politiche? Mettendo a sicuro il proprio business con una perfetta pianificazione fiscale.

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