MERCATO PETROLIFERO MONDIALE: IL PRIMATO DEGLI EMIRATI ARABI UNITI

Per tutti coloro che vociferano di una scarsità di risorse naturali negli Emirati Arabi Uniti, tendente ad andare in esaurimento entro i prossimi anni, la miglior risposta istituzionale è arrivata direttamente dal Governatore Ahmed Al Kaabi, che, presso l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) ha affermato che gli Emirati Arabi Uniti continuano a svolgere il loro ruolo chiave nel mantenimento della stabilità dei mercati petroliferi mondiali.

La potenza economica degli EAU, che primeggia in più fronti grazie alla crescita costante che tali territori registrano in diversi settori di mercato, viene confermata quotidianamente dalla loro finanza appetibile e dalla loro moneta stabile.

L’ambito petrolifero, tuttavia, che ha reso i Paesi del Golfo Persico i più noti e ricchi fornitori di tali risorse naturali dell’intero globo, rimane per questi ultimi un mercato importante, tanto da posizionarli tra i massimi big del settore.

Grazie alla posizione di prim’ordine che gli EAU da sempre ricoprono all’interno dell’OPEC, supportano il settore petrolifero globale attraverso il lancio di piani strategici e visioni proattive per affrontare vari cambiamenti globali, soddisfare la domanda e raggiungere una crescita sostenibile in tutto il mondo.

Inoltre, i territori Emiratini, da sempre interessati a mantenere alto il loro nome anche grazie al settore petrolifero, sono pionieri nel supportare il settore e hanno iniziato presto a investire pesantemente e ad attuare progetti strategici per garantire la continuità delle catene di approvvigionamento petrolifero.

Oil pumps and refinery in oil field

“Gli Emirati Arabi Uniti investono in varie aree della catena energetica e stanno aumentando la produzione di petrolio e gas, per continuare il loro ruolo attivo come partner responsabile e affidabile nella sicurezza dell’approvvigionamento energetico per i suoi partner e altri Paesi”, ha affermato Al Kaabi.

E per rispondere a chi dubita dell’esistenza di tanto oro nero, ecco tutti i numeri della ricchezza del sottosuolo Emiratino: già un paio di anni fa, infatti, gli EAU hanno annunciato nuove scoperte di risorse petrolifere non convenzionali estratte in molte aree del Paese, per quantità stimate di circa 22 miliardi di barili di petrolio, oltre ad aumentare le riserve di petrolio convenzionale di due miliardi di barili nell’emirato di Abu Dhabi, per essere aggiunto alle riserve di idrocarburi annunciate nel 2019 stimate in sette miliardi di barili di petrolio greggio, 58 trilioni di piedi cubi standard di gas convenzionale e 160 trilioni di piedi cubi standard di risorse di gas non convenzionale recuperabili.

Il Paese ha anche costruito il più grande progetto di stoccaggio di petrolio al mondo a Fujairah, con una capacità di 42 milioni di barili di greggio per un valore di 4,4 miliardi di AED.

Il Fujairah Oil Terminals FZC (FOT) – che riceve gigantesche petroliere e si affaccia sul Golfo di Oman e sull’Oceano Indiano – è il porto leader mondiale in termini di rifornimento di carburante alle navi, formando un’arteria globale strategica che assicura il flusso delle forniture di petrolio.

Insomma, se gli Emirati Arabi Uniti sono diventati in soli 50 anni di storia dei territori così economicamente floridi e finanziariamente attrattivi, un ruolo fondamentale è stato, ed evidentemente è tuttora, ricoperto dal mercato delle risorse naturali che il loro sottosuolo offre a beneficio di tutto il mondo.

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