Secondo le stime, circa 10.000 miliardi di dollari sono attualmente detenuti offshore da individui facoltosi attraverso accordi segreti, il che rappresenta 2,5 volte il valore di tutte le banconote e monete in dollari ed euro attualmente in circolazione nel mondo. La classifica delle giurisdizioni che facilitano il nascondere di questi patrimoni, potrebbe tuttavia sorprendere.
Il Financial Secrecy Index indica gli Stati Uniti come la nazione più opaca dal punto di vista finanziario
Il Tax Justice Network ha recentemente stilato la classifica delle nazioni meno trasparenti in materia fiscale, analizzando il livello di opacità finanziaria delle diverse giurisdizioni attraverso il Financial Secrecy Index 2022. Tra i ministri presenti al tavolo delle discussioni a Bonn, figurano rappresentanti di tre Paesi che occupano i primi dieci posti della graduatoria: gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone.
Degno di nota è il crollo degli Stati Uniti, che hanno raggiunto il primo posto della classifica, registrando la peggiore valutazione dal 2009, anno della prima edizione dell’indice. Secondo l’organizzazione non governativa, gli Stati Uniti sono responsabili del 5,74% del rischio di opacità finanziaria a livello globale, con pratiche che agevolano gli abusi fiscali e il riciclaggio di denaro.
Il Financial Secrecy Index rappresenta una misura del grado di opacità finanziaria fornita da una giurisdizione, ottenuta dalla combinazione del punteggio di opacità e del peso a livello globale, ovvero il valore dei servizi finanziari offerti dalla giurisdizione a residenti di altri Paesi. Per gli Stati Uniti, questo valore risulta pari al 25,8%.
La classifica dei Paesi che promuovono il segreto finanziario è così stilata:
1) Stati Uniti
2) Svizzera
3) Singapore
4) Hong Kong
5) Lussemburgo
6) Giappone
7) Germania
8) Emirati Arabi Uniti
9) Isole Vergini Britanniche
10) Isola di Guernsey
L’impegno dell’amministrazione Biden per la trasparenza finanziaria è insufficiente secondo gli esperti del settore
Negli ultimi due anni, l’offerta di opacità finanziaria negli Stati Uniti è aumentata del 31%, raggiungendo un livello senza precedenti e superando quasi il doppio di quella della Svizzera, attualmente al secondo posto della classifica.
La crescita è in parte dovuta al peggioramento del punteggio di opacità, che è passato da 63 a 67 su 100, poiché gli Stati Uniti non si sono ancora adeguati agli standard e alle pratiche internazionali sullo scambio di informazioni con altri Paesi, alcune delle quali in vigore da oltre un decennio. Inoltre, la nazione nordamericana ha visto un aumento del 21% del volume dei servizi finanziari forniti ai non residenti.
Questi risultati sono in contrasto con le dichiarazioni d’intento del presidente Joe Biden, il quale ha fatto della trasparenza finanziaria un pilastro della sua politica estera.
Tuttavia, nonostante l’impegno del governo Biden a livello internazionale per portare maggiore trasparenza nel sistema finanziario globale e perseguire i paradisi fiscali, l’opacità finanziaria negli Stati Uniti rimane elevata. Biden ha guidato un’azione senza precedenti per arginare gli abusi fiscali delle multinazionali, promuovendo un’ulteriore aliquota fiscale minima globale. Nonostante ciò, come ha ammesso la Segretaria al Tesoro Janet Yellen, gli Stati Uniti potrebbero ancora essere il “posto migliore per nascondere e riciclare guadagni illeciti”.
L’opacità finanziaria si riduce nonostante lo scarso impegno globale: la nuova classifica del Financial Secrecy Index 2022
Il Financial Secrecy Index 2022 ha mostrato una riduzione globale del 2% dell’indice di segretezza finanziaria, rispetto al 7% registrato nel 2020. Ciò rappresenta un significativo miglioramento nei confronti delle pratiche che permettono la proprietà anonima di beni immobiliari, il segreto bancario e l’uso di trust per sottrarre ricchezza al controllo della legge, osservate nel tentativo di applicare le sanzioni agli oligarchi russi.
Secondo gli autori dell’indice, i progressi sono stati ottenuti principalmente grazie alla crescita del numero di Paesi che hanno migliorato le proprie normative sulla “proprietà effettiva”, ovvero l’identificazione delle persone fisiche che possiedono, controllano o beneficiano di una società. Inoltre, si è assistito ad un aumento del numero di Paesi, in particolare a basso reddito, che hanno migliorato la cooperazione internazionale in materia di antiriciclaggio e scambio di informazioni.
Tuttavia, i progressi sono stati limitati da alcuni Paesi del G7, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, il Giappone e l’Italia, in cui l’offerta di servizi che consentono di usufruire di diverse forme di segretezza finanziaria ha portato ad un miglioramento dell’indice solo del 2%. Escludendo questi cinque Paesi, si sarebbe invece raggiunta una riduzione del 5% dell’indice.
Questa dinamica crea le condizioni per gli oligarchi russi, gli evasori fiscali, i riciclatori di denaro e i politici corrotti di tutto il mondo per continuare a nascondere i propri patrimoni.
Un registro patrimoniale globale: la soluzione per contrastare l’opacità finanziaria
Il Tax Justice Network, oltre ad analizzare la situazione e denunciare le criticità, propone l’istituzione di un registro patrimoniale globale come soluzione per contrastare l’opacità finanziaria.
Tale proposta è sostenuta da importanti economisti, tra cui Gabriel Zucman, Joseph Stiglitz e Thomas Piketty, e anche dal primo ministro italiano Mario Draghi, che ha richiesto la creazione di un registro patrimoniale internazionale pubblico per le persone con un patrimonio superiore a 10 milioni di euro.
Il registro patrimoniale globale sarebbe un sistema centralizzato e internazionale che includerebbe tutte le ricchezze e i beni di grande valore collegati ai loro proprietari effettivi, rendendo visibili i miliardi di dollari di ricchezze e beni nascosti all’estero e sottratti alla tassazione e alla redistribuzione per affrontare le disuguaglianze.
Alex Cobham, amministratore del Tax Justice Network, ha lanciato la sfida al G7 di impegnarsi a creare un registro patrimoniale globale per dimostrare il loro impegno nella lotta contro l’opacità finanziaria.
Come proteggere la propria privacy finanziaria nel 2023
Alla luce di queste novità in campo finanziario internazionale del 2023 è importante capire come proteggere la propria privacy fiscale.
Chiaramente investire in Paesi esteri è sempre un rischio se non si sa a chi affidarsi, tanto più se si tratta di territori attenzionati dalle autorità finanziarie di tutto il mondo.
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Gli EAU, infatti, tutelano gli imprenditori che decidono di aprire una società a Dubai, meta più scelta del globo per gli investimenti esteri: quando si scegli di investire a Dubai prendendo la residenza, le autorità emiratine tutelano la privacy degli investitori, garantendone il totale anonimato.
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