Quando si scopre che il proprio denaro viene messo a rischio dagli stessi Istituti di Credito italiani che dovrebbero proteggerlo e accrescerlo, la soluzione è solo una: investire a Dubai. Basta possedere 1€ in più di 100K sul proprio conto corrente per vedere il proprio patrimonio a repentaglio. In questo articolo, capiamo perché, se si vuole salvare il proprio asset finanziario, bisogna investire a Dubai.
Conto corrente +100.000€ in Italia: il pericolo di perdere il proprio denaro
Il popolo italiano è noto per la sua inclinazione al risparmio, una caratteristica radicata nella cultura del Paese e tramandata di generazione in generazione.
Questa mentalità di risparmio è motivata, in parte, dalla storia economica del Bel Paese, contraddistinta da bassi tassi di crescita e alti livelli di disoccupazione.
Anche in questo periodo storico molto difficile per l’economia tricolorata, tuttavia, ci sono risparmiatori che hanno accumulato più di 100.000€ sul loro conto corrente, che rappresentano i frutti dei loro sacrifici e risparmi di una vita.
Tutti coloro si chiedono se vi siano rischi associati a mantenere una somma così consistente in banca e, in caso affermativo, quali potrebbero essere tali rischi.
Ebbene sì, i pericoli legati al possesso di un conto corrente con più di 100k al suo interno sono molto elevati.
Vediamo di seguito di tutti i dettagli.
Avere un conto corrente in Italia: perché non conviene
Attualmente, in Italia i conti correnti sono sempre più sconvenienti col passare del tempo dal punto di vista dei tassi di interesse.
Gli istituti di credito, infatti, hanno tendenza ad aumentare le spese legate all’apertura e alla gestione dei conti, pur offrendo interessi piuttosto bassi.
In alcuni Paesi, come nel recente caso della Sparkasse di Monaco, sono stati addirittura introdotti tassi negativi per i conti che superano i 100.000 euro. Questo accade perché tale denaro non viene investito nell’economia reale e rappresenta più un costo per la banca che altro.
Vista la catastrofica situazione italiana, non ci sarebbe da stupirsi se presto questa prassi venisse introdotta.
Questo fenomeno evidenzia il problema della liquidità improduttiva che si accumula sui conti correnti.
Inoltre, c’è di più: nel 2021, alcune istituzioni finanziarie, come Fineco, hanno annunciato la chiusura imminente dei conti con una media di oltre 100.000€ di giacenza.
Una vera follia all’italiana: i risparmiatori che affidano le proprie risorse, raccolti in tanti anni di fatiche, agli istituti che dovrebbero proteggerli, vengono quindi fregati proprio da questi, che li impoveriscono.
Oltre a ciò, rimane, comunque, il problema della liquidità improduttiva che si accumula sui conti correnti.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) datato ottobre 2022, il tasso medio praticato sui depositi, che comprende conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito, è aumentato solo marginalmente, passando dallo 0,34% allo 0,37%.
Pertanto, considerando l’inflazione e la mancata crescita dei tassi di interesse sui conti correnti, oggi mantenere più di 100.000€ sul conto corrente appare totalmente inefficiente.
Oltre 100.000€ sul conto: il problema della sicurezza
Un ulteriore motivo per cui detenere più di 100.000€ sul conto corrente è completamente svantaggioso riguarda la sicurezza in caso di fallimento o insolvenza della banca.
È vero che esistono strumenti di protezione come il Fondo interbancario di tutela dei depositi, insieme al suo equivalente, il Fondo di garanzia dei depositanti delle banche di credito cooperativo, ma fino a che punto proteggono davvero i risparmiatori?
La cosa più importante da sapere è che tali fondi, finanziati dalle stesse banche aderenti, offrono una garanzia per i depositi fino a un massimo di 100.000€ per ogni correntista.
Sì, hai capito bene: il limite massimo coperto dai fondi è proprio 100k!
Quindi, malgrado la sicurezza dei fondi sia di estrema importanza, in quanto principio sancito dall’articolo 47 della Costituzione che sottolinea l’incoraggiamento e la tutela del risparmio in tutte le sue forme, e anche se il benessere dell’Italia dipende dai risparmi degli italiani, il sistema tricolorato non interviene a supporto dei risparmiatori depauperati dalle stesse banche!
Quindi, sebbene l’obiettivo principale di questi fondi è garantire la sicurezza dei soldi dei conti, i depositi effettuati sono coperti fino a un massimo di 100.000 euro per ciascun depositante e per ogni banca aderente.
In altre parole, se un risparmiatore ha 120.000€ sul conto corrente intestato esclusivamente a lui, la garanzia fornita coprirà solo 100.000€, mentre i restanti 20.000 euro non saranno protetti dal fondo.
Sembra un incubo, vero? Invece no, è solo l’Italia!
E non è finita qui! Infatti, come visto, i depositanti ricevono il rimborso dei loro fondi quando una banca aderente viene soggetta a liquidazione coatta amministrativa.
È importante notare che il rimborso dei 100k deve essere effettuato entro un periodo di 7 giorni lavorativi a partire dal momento in cui si attuano le misure di liquidazione coatta amministrativa (che fondamentalmente rappresenta la procedura di fallimento bancario). Questa disposizione, tuttavia, che sembra un vantaggio, deve suscitare un’ulteriore preoccupazione, poiché si potrebbe ipotizzare una rapida insolvenza tramite uno, sempre più diffuso, “fallimento lampo”. Pertanto, la lunga tempistica delle procedure per essere rimborsati (dei propri soldi persi a causa di altri!) è fonte di grandissima ansia per i malcapitati correntisti.
Inoltre, c’è di più! Infatti, oltre al fatto che in caso di fallimento di una banca (un’evenienza non così improbabile considerando i recenti casi di grandi istituti di credito che hanno causato la perdita dei risparmi di milioni di correntisti italiani!), coloro che detengono più di 100.000 euro sullo stesso conto rischiano di subire delle ingenti perdite, è importante notare che il FITD non tutela:
- azioni;
- obbligazioni;
- pronti contro termine.
Quindi, questi strumenti di investimento emessi dalla banca che è soggetta a liquidazione coatta amministrativa, non rientrano nell’ambito della protezione offerta dal FITD e verranno inesorabilmente perduti dal loro titolare.
Investire a Dubai per proteggere e accrescere il proprio patrimonio
Alla luce di tutto quanto sopra esposto, viene subito da chiedersi come proteggere il proprio denaro in maniera sicura.
Certamente, le possibilità di diversificare i propri investimenti o di suddividere in due o più conti correnti il proprio patrimonio, al fine di non superare mai la soglia dei 100K di liquidità sono idee non pratiche né funzionali, che invece di risolvere il problema, ne creano di altri.
Infatti, innanzitutto, è importante sottolineare che avere più di 100.000€ sul conto corrente, oltre che ad essere molto pericoloso, non è una modalità efficiente d’investimento.
Questo perché i tassi d’interesse praticati dalle banche sono molto bassi e ancora non hanno mostrato segni di ripresa, nonostante l’aumento dei tassi deciso dalla Banca Centrale Europea.
Quindi, lasciare una somma così elevata sul conto corrente significa perdere l’opportunità di ottenere un rendimento migliore attraverso strumenti di investimento più remunerativi.
Se si tratta di investire all’estero o di aprire un conto corrente offshore, che offra vantaggi notevoli e soprattutto protezione vera, la soluzione è solo una: aprire un conto corrente a Dubai.
Gli Emirati Arabi Uniti, infatti, e soprattutto Dubai, sono oggi la meta scelta dagli investitori di tutto il mondo per far crescere il proprio patrimonio e salvarlo dalle ingerente di istituzioni, istituti ed enti, che dovrebbero avvantaggiare i risparmiatori e, invece, mettono loro i bastoni tra le ruote, portandoli alla rovina.
Investire a Dubai è la scelta dei migliori risparmiatori del mondo, i quali confermano di anno in anno il record mondiale dell’emirato quale destinazione più gettonata per proteggere il proprio denaro.
Con un’economia in costante crescita, un mercato fiorente e una posizione strategica tra Europa, Asia ed Africa, Dubai è l’hub finanziario internazionale più performante del pianeta. Per salvare i propri risparmi, quindi, è necessario aprire un conto corrente a Dubai dove il governo e le autorità interne lavorano per supportare e incentivare gli investimenti provenienti da ogni dove.