Come funziona la tassazione a Dubai

Una panoramica introduttiva al sistema fiscale di Dubai e degli Emirati

Una panoramica introduttiva al sistema fiscale di Dubai e degli Emirati

Il sistema di tassazione di Dubai e, più in generale, quello emiratino godono di estrema solidità e stabilità. Invero, da quando sono state create le Free Zone – aree fiscali speciali distinte per settori e regolamentazioni che offrono molti vantaggi agli imprenditori esteri – nel 1987, il sistema fiscale non ha mai subito cambiamenti. 

Si potrebbe, quindi, parlare di paradisi fiscali? Senza dubbio, tale denominazione risulta corretta se contrapposta a quelli che possiamo definire “inferni fiscali”, ovvero Paesi nei quali un imprenditore è costretto ad affidarsi a un professionista (o presunto tale) per imparare come pagare le tasse, datane l’oscurità della struttura. Inferni nei quali il susseguirsi di governi incapaci di portare a termine la legislatura comporta parallelamente la costante rinnovazione dei relativi regimi fiscali. Tali mutevoli sistemi, dunque, comportano un grave danno a qualsivoglia imprenditore che viene continuamente sottoposto a regole improvvisamente differenti dalle precedenti e, pertanto, mai certe.

Pertanto, è possibile affermare che le Free Zone – quali Dubai o gli altri Emirati – che presentano una realtà fiscale sicura e duratura, consistono in un vero paradiso. Come anticipato, infatti, in questo territorio non solo la regolamentazione fiscale è sempre rimasta uguale da quando le Free Zone sono state create, ma la sua struttura resta precisamente chiara ed evidente all’imprenditore che vuole trasferire in questo bacino la sua realtà lavorativa.

Il sistema fiscale di Dubai e degli Emirati

Come funziona il sistema fiscale negli Emirati

I singoli Emirati non prevedono un’unica legislazione relativa alla tassazione ma hanno mantenuto una completa autonomia decisionale in materia fiscale, pur condividendone una visione globale.

Infatti, il regime fiscale di Dubai è caratterizzato dalla presenza di regimi fiscali speciali e notevoli agevolazioni con l’obiettivo di incentivare gli investimenti nel Paese. In tutti gli Emirati Arabi esistono circa 50 aree fiscali speciali, con 50 regole diverse a seconda del settore, del risultato che si vuole ottenere e delle esigenze dell’impresa e/o dell’imprenditore. Le aree fiscali speciali offrono l’opportunità di attrarre eccellenze da tutto il mondo, in ottica di creare un terreno di realtà internazionali uniche nel loro genere, al fine di avvantaggiare gli scambi di idee, diverse culture e know-how differenti.

Tuttavia, va precisato che anche in queste zone la tassazione è regolamentata e, quindi, presente. 

Infatti, nonostante il governo di Dubai affermi che sono soggette a imposte sul reddito solamente le filiali di banche internazionali e le società che lavorano nell’industria petrolchimica (pagando le prime il 20% sul loro reddito, mentre le seconde una percentuale che sale fino al 55% a Dubai), ciò non significa che non vi sia nessun costo da sostenere per le aziende che operano negli altri settori, soprattutto se si parla di società sorte nel midland.

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La tassazione nelle Free Zone

Analizzando le Free Zone, è bene porre mente al fatto che delle 50 sparse su tutto il territorio emiratino, oltre 20 sono solo a Dubai. 

Come indicato in apertura, tali spazi consistono in aree fiscali speciali che concedono importanti vantaggi per chi opera al loro interno. In particolare, i benefici relativi alla tassazione possono essere così elencati:

  • Nessun tipo di tassazione sul reddito societario (o sulle plusvalenze)
  • Zero imposte sulle imprese e sul reddito personale, garantite da 15 a 50 anni, a seconda della zona;
  • Nessuna restrizione sui movimenti valutari;
  • Possibilità di rimpatrio dei capitali investiti senza tassazione.

Queste prime indicazioni dimostrano evidentemente come mentre in Italia lo Stato si arroga il diritto di cambiare le regole in corso d’opera, a Dubai (e negli altri Emirati) lo Stato dà il benvenuto agli imprenditori da tutto il mondo chiedendo in cambio il pagamento anticipato di una licenza annuale.

Il costo di questa licenza (che ripetiamo, in genere si paga annualmente, una volta sola e ad inizio anno) varia notevolmente in base alla sua tipologia, alla tipologia di servizio che offre l’area fiscale speciale e in base al settore in cui la determinata attività opera (industriale, professionale, trading e simili).

Una società di trading avrà chiaramente caratteristiche ed esigenze diverse da quelle di una consulting, ma i servizi che offrono le Free Zone sono svariati – a partire dalla sede legale, all’ufficio virtuale, alla domiciliazione postale -, dando all’azienda l’opportunità unica essere rappresentata in modo professionale.

Indicativamente, per essere seguiti da professionisti accreditati e non avere disguidi per un anno, il servizio può avere un costo a partire da circa 20.000 Euro.

Le imposte sulle vendite a Dubai

Le imposte sulle vendite

Finora abbiamo trattato di Free-Zone, aree nelle quali operano prevalentemente società non aperte al pubblico.  

Se un’attività della Free Zone, invece, vende all’estero, oltre alla licenza (e al consulente di riferimento) non avrà spese fiscali: la tassazione è e sarà sempre pari a zero. 

Esiste l’IVA a Dubai?

Dal 2018 gli Emirati (e quindi anche Dubai) hanno introdotto un’imposta al 5% simile alla nostra IVA, dalla quale però sono esenti i prodotti alimentari di base, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. 

In una Free Zone questa imposta si paga solo sul fatturato locale, oppure una volta superati i 100,000 USD nell’anno di riferimento.

Una società nel midland che vende al pubblico (alberghi, coiffeur, ristoranti e simili) dovrà applicare il VAT Number al 5%.

I clienti premium di Daniele Pescara Consultancy – agenzia che ricordiamo essere accreditata direttamente con le principali aree fiscali speciali e le migliori banche d’affari degli Emirati – che vendono in Italia o all’estero, non saranno soggetti a nessun tipo di imposta.

Come funziona la tassazione se vendi su Internet da Dubai

Per una fascia di clientela che gestisce un business online, quale un e-commerce o un’attività di dropshipping, il vantaggio di una pressione fiscale più leggera da parte dello Stato nel quale si produce reddito può essere un vantaggio considerevole. Per questo motivo, investire a Dubai e negli Emirati Arabi – che presentano tassazione a zero sul reddito di impresa nelle Free Zone – rappresenta una soluzione ideale, soprattutto se si vende all’estero.

Ovviamente, come già precisato, bisognerà sempre porre mente alla fee d’ingresso di costituzione e mantenimento annuale, nonché ai costi del consulente di riferimento. Quest’ultimo, inoltre, deve sempre essere accreditato e referenziato grazie a precedenti di successo e testimonianze positive nella costituzioni di società a Dubai in questo settore specifico, oltre che essere in grado di offrire servizi finanziari top-level. 

Daniele Pescara Consultancy si colloca certamente nella fascia premium di consulenza, grazie all’accreditamento diretto con le principali aree fiscali speciali e gli istituti di credito più prestigiosi di questo territorio.

Dazi doganali 

Le imposte doganali possono essere molto basse per determinate categorie di prodotti e mediamente si assestano attorno al 5%.

Tuttavia, in altri casi possono arrivare anche al 100% del valore del prodotto. 

È questo il caso dei dazi doganali sui prodotti considerati dannosi per la salute o l’ambiente quali bevande alcoliche, energy drink e tabacco, sui quali nel 2017 sono state introdotte accise al 50 e al 100%.

Residenza fiscale a Dubai

Residenza fiscale a Dubai

La posizione di ogni persona è unica.

Pertanto, è necessario essere quanto più chiari e sicuri possibile sullo stato fiscale e su quale sia l’obbligo di tassazione in patria o all’estero. Per questo, è sempre fondamentale consultare un professionista qualificato.

Dal punto di vista della tassazione, è bene sapere che se non si viene seguiti da uno studio prestigioso, questo non sarà capace di seguire con successo clienti di alta caratura.

Tanti consulenti comunicano agli utenti che è sufficiente iscriversi all’AIRE, il registro “italiani residenti all’estero”, senza però specificare che si è ufficialmente residenti nel momento in cui AIRE evade la relativa pratica, cosa che richiede una tempistica che va dai 6 mesi a 1 anno, e non è di certo contestuale all’iscrizione stessa.

Pertanto, alcuni malcapitati clienti che si affidano a professionisti improvvisati rimangono ignari del reale iter procedimentale e si imbattono, dopo un anno o più, in cartelle esattoriali a loro carico che fanno riferimento a quanto accaduto.


Daniele Pescara Consultancy è l’unica realtà internazionale che, grazie al suo ufficio “One-stop-shop”, comprende all’interno dei propri pacchetti già un anno di consulenza – come assicurano le testimonianze di chi si è già affidato ai suoi servizi -, seguendo passo passo il cliente anche per le pratiche AIRE.

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