Aprire attività all’estero

Quante volte ti è capitato di lamentarti di processi burocratici lenti e complicati o di tasse proibitive che “ammazzano” la tua azienda?

Non sei solo, molti imprenditori italiani incontrano quotidianamente questi ostacoli che spesso hanno causato, purtroppo, il fallimento di altrettante attività commerciali. 

La soluzione a queste difficoltà è, senz’ombra di dubbio, cominciare a guardarsi intorno: oggi vivere ed aprire un’attività all’estero non è più solo un sogno.
Ci sono diverse località nel mondo che offrono sistemi fiscali più vantaggiosi di altri e che, combinati ad uno stile di vita e ad un’organizzazione governativa ottimali, creano un terreno fertile per lo sviluppo di realtà imprenditoriali.

Ma è realmente possibile espatriare e aprire un’attività all’estero? A patto che la natura della società e le sue modalità di trasferimento siano legali, nulla impedisce di trasferire o aprire un’attività all’estero.

Purtroppo, è ancora largamente diffusa l’opinione che chiunque superi i confini del proprio Paese trami qualcosa di losco o illegale. È vero che ci sono stati anche questi casi, ma la stragrande maggioranza sono imprenditori onesti che cercano di fare business senza dover superare un terreno minato ogni giorno. Va ricordato comunque che, qualsiasi sia il Paese di espatrio, la normativa fiscale continua ad applicarsi nei termini previsti: aprire un’attività all’estero non equivale, infatti, a pagare le tasse come si vuole o ad evaderle.

Quali sono i requisiti per aprire un’attività all’estero?

Molti imprenditori rinunciano all’idea di trasferire ed aprire un’attività all’estero, perché sono convinti che il loro business non potrebbe funzionare in un Paese straniero. Niente di più sbagliato! Al giorno d’oggi non esistono attività di serie A o di serie B: ad ogni necessità di business corrisponde una particolare soluzione.
Innanzitutto, affinché un’attività possa essere correttamente aperta all’estero, la sua pianificazione fiscale ed organizzazione aziendale devono essere verificate e conformate. Se si dovesse procedere senza aver soddisfatto tutti i requisiti necessari, infatti, i risultati potrebbero non essere quelli sperati.

In primis: per l’apertura di un’attività all’estero devi avere la presenza fisica in loco. Nelle attività online spesso questo requisito è sottovalutato, mentre è assolutamente necessario qualsiasi sia l’attività, anche online.

Secondo: La società è tenuta ad operare nel Paese in cui stabilisce la propria residenza fiscale. Trasferendo la propria attività all’estero, infatti, è molto importante prestare attenzione all’organizzazione fiscale richiesta e prevista: se la registrazione di una società non dovesse coincidere con il Paese in cui viene perseguito l’oggetto sociale, si incorrerebbe nel reato di ESTEROVESTIZIONE.

Ogni paese ha requisiti e normative differenti: per questo è fondamentale affidarsi all’aiuto di un professionista non solo esperto nel settore, ma avvezzo alle procedure locali.

Quali sono le mete più gettonate per aprire una società all’estero?

Sono tanti i Paesi che hanno rivoluzionato i propri regimi e i propri sistemi fiscali per accogliere le numerose richieste di apertura di attività all’estero.
Un Paese vale l’altro? Non proprio: se hai un’idea chiara di come vorresti trasformare la tua attività, devi considerare quale Paese ti permetterebbe di farlo al meglio e in totale tranquillità. 
Molti imprenditori si fanno prendere dalla moda del momento, facendosi guidare dalla località più “in” o dal prezzo più basso, ma oltre alla location e alle tasse da pagare ci sono aspetti cruciali da tenere in considerazione! Oggi, diversi luoghi considerati paradisi fiscali, sono delle realtà circoscritte, esclusive e chiuse: dopo aver avviato la tua società, saresti impossibilitato a svolgere particolari transazioni o attività, trovandoti punto a capo e con uno strumento fine a se stesso tra le mani. 

Uno degli esempi più eclatanti è SINGAPORE: da sempre favorevole all’industria, questa regione ha creato un ecosistema molto vantaggioso per le società di servizi, grazie al sistema governativo proposto e alla burocrazia snella. Tuttavia, è diventato un mercato saturo, sconsigliato ad attività più specializzate o “di nicchia”.

Poi c’è il NORD EUROPA: Meta di molte startup innovative e giovani imprenditori, con un’economia stabile e un basso tasso di criminalità, ma, allo stesso tempo, un costo della vita e una tassazione statale tra le più alte, oltre il 20%.

Ancora, la NUOVA ZELANDA: una realtà imprenditoriale molto giovane e che ha ancora da imparare. Grazie ai suoi panorami mozzafiato è perfetta per una vacanza o un’esperienza lavorativa a breve termine, ma un’azienda si troverebbe isolata e costretta a mantenere la propria attività secondo termini e costi, ora come ora, proibitivi.

E infine, non a caso, la nostra preferita: DUBAI. Oggi gli Emirati Arabi Uniti ed in particolare Dubai sono la soluzione migliore per tutte le necessità di business. L’Emirato offre un pacchetto completo in termini di opportunità imprenditoriali e vantaggi fiscali unico al mondo. La sua organizzazione economica ed inclusività, l’hanno resa la regione leader per gli investimenti esteri.

In pratica, come apro un’attività all’estero?

Il “fai da te” è vivamente sconsigliato: è essenziale scegliere l’affiancamento di professionisti specializzati e dalla lunga esperienza, perchè le pratiche richieste sono sempre più specifiche e senza le giuste conoscenze si rischia di fare un buco nell’acqua. Questo sia che si tratti di una piccola realtà o di un’azienda di grandi dimensioni.

Detto questo, di seguito gli step obbligatori per aprire.

PRIMO STEP: ottenere un visto. È importante sottolineare che questa non è una fase bypassabile, in quanto ne dipendono tutte le procedure successive. Ogni giurisdizione prevede linee guida differenti e, con gli anni, i controlli e le verifiche si sono fatti sempre più serrati: vengono richieste, infatti, molte documentazioni personali e professionali, per certificare la posizione dichiarata e le referenze del richiedente e, soprattutto, per verificare che questi stia agendo in totale legalità.

SECONDO STEP: per avviare concretamente l’attività sarà necessario procedere all’affitto o acquisto di un ufficio o di una struttura dedicata.

TERZO STEP: apertura dei conti correnti. 

Le tempistiche variano di Paese in Paese, in base alla documentazione a disposizione e agli effettivi processi di costituzione societaria. 

Aprire un’azienda all’estero però non è un punto di arrivo: la sola costituzione non è, infatti, una garanzia di immediato successo, ci vorrà un primo periodo di assestamento in cui l’azienda dovrà farsi conoscere nel mercato ed adattarsi alla richiesta locale.

In conclusione, scegliere di aprire un’attività all’estero è lecito, si può fare, ma soprattutto è la scelta migliore che tu possa fare se ogni giorno ti senti schiacciato da procedure e ostacoli che limitano la tua capacità di business.
Direi, anzi, che per quella che è la mia esperienza, questa è l’UNICA CHANCE per business che non vedono un futuro nel proprio Paese.

Come abbiamo visto però, non si tratta di un percorso da prendere alla leggera.

Se hai deciso di prendere questa strada, il consiglio spassionato che ti do è quello di affidarti a qualcuno che ti possa consigliare per il meglio e seguire passo passo in questa tua nuova avventura.

Purtroppo nel mio lavoro ogni giorno vengo contattato da tanti imprenditori che hanno “scelto male”, abbagliati da convenienze di prezzo o promesse incredibili, che si sono trovati con in mano un fuoco di paglia, mille problemi e società aperte a metà o, peggio ancora, scatole vuote finite nell’occhio del fisco del loro Paese.

Per questo non faccio mai pubblicità aggressiva e per questo voglio sempre conoscere prima in una call conoscitiva il potenziale cliente: non tutti possono aprire come se nulla fosse, non tutti possono essere “sistemati” da errori passati, non tutti hanno effettiva convenienza ad aprire.

La mia consulenza serve proprio a rispondere alla domanda che hai nella testa: ma mi conviene aprire una società all’estero?

Ecco, se questa è la domanda che ti frulla in testa, contattami per una consulenza e lo scopriremo insieme.

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