Aprire un conto aziendale a Dubai nel 2025 è una delle tappe fondamentali per chi desidera internazionalizzare la propria attività o gestire in modo efficiente un business locale. Sebbene la recente rimozione degli Emirati Arabi Uniti dalla grey list della FATF abbia migliorato il sentiment internazionale, il sistema bancario emiratino continua a essere altamente selettivo. In particolare, le procedure KYC (Know Your Customer) e i criteri di compliance AML (Anti Money Laundering) rappresentano ancora una barriera d’ingresso per molte PMI italiane. Questo articolo fornisce la guida operativa completa per superare tali ostacoli e aprire un conto corrente a Dubai nel 2025, sia personale che aziendale.
Conto bancario a Dubai tra opportunità e selettività
Nel 2025, il sistema bancario di Dubai si conferma tra i più dinamici e digitalizzati del Golfo.
Dopo l’uscita dalla lista grigia della FATF a inizio anno, le banche emiratine hanno progressivamente alzato l’asticella dell’onboarding, rendendo ancora più rilevante la preparazione documentale e il rispetto dei criteri KYC.
Aprire un conto corrente a Dubai, sia aziendale che personale, non è impossibile, ma richiede metodo, strategia e una corretta pianificazione.
Le banche applicano un approccio di tipo risk-based che prevede la segmentazione dei clienti in base a:
– nazionalità;
– natura del business;
– flussi finanziari previsti;
– clienti target;
– Paesi coinvolti.
In quest’ottica, chi desidera aprire un conto aziendale a Dubai deve sapere come presentarsi al meglio, minimizzando i rischi percepiti dagli istituti.
I requisiti per aprire un conto aziendale a Dubai
Il primo passo per aprire un conto societario negli Emirati Arabi è disporre di una licenza attiva.
Non è possibile ottenere un conto bancario senza prima aver costituito una società – sia essa una Mainland, una Free Zone o una DIFC company – e aver ricevuto un numero di licenza e un certificato di registrazione.
Parallelamente, occorre preparare un pacchetto documentale solido (Banker’s Pack) che includa:
– copia del certificato di licenza;
– MOA (Memorandum of Association);
– visura aziendale (Trade License Summary);
– copia dei passaporti degli azionisti;
– prova di indirizzo negli UAE;
– business plan dettagliato;
– fatture dimostrative o contratti preesistenti.
Inoltre, alcune banche richiedono la presenza fisica del titolare per il primo colloquio, specialmente nel caso di apertura di un conto corrente a Dubai da parte di società offshore o con asset internazionali.
KYC e AML: come superare i controlli delle banche emiratine
Le regole KYC a Dubai si sono rafforzate negli ultimi anni.
Le banche vogliono conoscere in dettaglio:
– il profilo del cliente;
– la provenienza dei fondi (Source of Funds – SOF);
– la prova del reddito (Proof of Income – POI).
È fondamentale presentare evidenze documentali credibili e coerenti, evitando lacune o dichiarazioni eccessivamente generiche.
Chi intende aprire un conto bancario a Dubai nel 2025 dovrà rispondere chiaramente a queste domande:
– da dove provengono i capitali iniziali della società?
– chi sono i clienti principali e dove si trovano?
– quali Paesi sono coinvolti nei flussi di fatturazione?
– sono disponibili contratti o accordi con clienti esteri?
Un errore comune è sottovalutare l’importanza di fornire almeno tre fatture pro forma o lettere d’intento da parte di clienti attivi o potenziali.
Anche l’inserimento di un piano finanziario triennale può essere decisivo per far comprendere alle banche che si tratta di un business reale, e non di una “scatola vuota”.
I principali motivi di rifiuto: evitare gli errori frequenti
Nel processo di apertura di un conto aziendale a Dubai, le banche possono rifiutare l’istanza anche in presenza di una licenza valida.
Tra le principali motivazioni di rigetto rientrano:
– mancanza di sostanza economica (economic substance);
– assenza di dipendenti o uffici fisici negli UAE;
– fatturato previsto ritenuto troppo basso o poco chiaro;
– attività rientranti tra quelle considerate “ad alto rischio” (e.g. crypto, gioco online);
– relazioni con Paesi blacklisted o sotto sanzioni internazionali.
Per questo motivo, chi vuole aprire un conto corrente a Dubai, sia personale che aziendale, deve evitare società di comodo, preparare un set documentale completo e scegliere istituti bancari coerenti con il proprio profilo di rischio.
Alcune banche internazionali operanti nel DIFC o nelle Free Zone risultano più flessibili per determinate categorie di business.
Conto personale o conto aziendale a Dubai?
La distinzione tra conto personale e conto aziendale a Dubai è fondamentale.
Il primo serve per esigenze individuali, come ricevere uno stipendio o pagare affitti e spese quotidiane, e richiede un visto di residenza valido.
Il secondo è dedicato all’attività imprenditoriale e ai flussi operativi della società.
Nel 2025, i principali vantaggi nell’aprire un conto personale a Dubai includono:
– nessuna tassa sul reddito;
– accesso a carte di debito e credito locali;
– privacy finanziaria più elevata rispetto ad altri Paesi europei;
– possibilità di gestire spese aziendali e personali in modo separato.
Per il conto aziendale, invece, è importante valutare anche i costi di mantenimento, che possono variare dai 200 ai 2.000 AED al mese, a seconda della banca e del volume di operazioni.
In entrambi i casi, una corretta residenza fiscale e una pianificazione coerente tra conti, visti e società sono determinanti per evitare contestazioni future.
Come preparare un Banker’s Pack: la checklist completa
Per aumentare le possibilità di successo nell’aprire un conto aziendale a Dubai, si consiglia di predisporre un Banker’s Pack strutturato, ovvero una cartella con tutti i documenti pronti per l’onboarding.
Una volta preparato il Pack, è consigliabile richiedere una pre-valutazione bancaria da parte di uno studio locale esperto che possa anticipare eventuali ostacoli e indirizzare verso la banca più adatta per tipo di business e nazionalità dei soci.
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